Informazioni stampa Vienna 03/2023
L'Esposizione Universale di Vienna del 1873 in 25 immagini
L'Esposizione Universale di Vienna nel 1873 fece della città una metropoli mondiale. Ecco qui un viaggio nel tempo che conduce all'anno 1873, un viaggio in immagini che sono testimonianze del passato. Che si tratti di fotografie (fu questa la prima esposizione universale ampiamente documentata da fotografie!), di illustrazioni, di opere di arte grafica, di caricature o di progetti, grazie a questa presentazione sarà possibile gettare uno sguardo sugli scandali, le sensazioni o anche le stravaganze dell'epoca; e scoprire così gli aneddoti divertenti, i momenti culminanti e anche le sorprendenti cifre legate al contesto dell'Esposizione Universale.
La cosiddetta “Rotunde”, la rotonda eretta al centro del palazzo dell’industria, che aveva un diametro di ben 108 metri, era nel 1873 la più grande costruzione a cupola del mondo: l'“ottava meraviglia del mondo”, due volte più grande della Basilica di San Pietro a Roma! I viennesi tuttavia inizialmente la chiamavano con disprezzo “ammasso di latta”, “Guglhupf” (dal nome del noto dolce austriaco) o “campana per formaggio”, e criticavano inoltre il fatto che ci piovesse dentro. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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© Wien Museum
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Ben 4 metri per 4 tonnellate: sono queste le misure della corona imperiale in cima alla Rotunde. Il tetto poggiava su 32 colonne di ferro e la costruzione in ferro pesava ben 4000 tonnellate. L'edificio aveva una capienza di 27.000 visitatori. E inoltre, quando pioveva, i visitatori si bagnavano, poiché il tetto faceva acqua. Un soggetto molto apprezzato dai caricaturisti. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Potevano ammirare il panorama su Vienna dal tetto della Rotunde esattamente 206.270 persone. Erano stati qui sistemati dei grandi cannocchiali. Chi pagava il biglietto per l’entrata all’edificio poteva anche utilizzare le scale per salire sul tetto e, in un secondo momento, l'ascensore idraulico inserito all'interno di una colonna di ferro. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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L'imperatore tedesco Guglielmo sul tetto della Rotunde. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Demolirla sarebbe costato molto, così per un periodo la Rotunde divenne il secondo simbolo di Vienna dopo il Duomo di Santo Stefano, finché non andò distrutta a causa di un incendio nel 1937. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Fallimenti, malasorte e contrattempi: i viennesi avevano organizzato con entusiasmo la più grande Esposizione Universale di tutti i tempi, ma il crollo della Borsa, l'epidemia di colera, i lunghi periodi di maltempo e gli elevati prezzi dei biglietti d'ingresso ne compromisero il successo (assistere alla cerimonia di apertura costava 25 fiorini: una famiglia operaia di quattro persone con questa cifra viveva per tre settimane). | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Il bilancio: invece dei 20 milioni di visitatori previsti, tra il 1° maggio e il 2 novembre 1873 affluirono all'esposizione solo 7,3 milioni di persone. Costi totali: 19.123.270 fiorini e 80 kreuzer; entrate: 4.256.349 fiorini e 55,5 kreuzer. Valutazione finale dell’iniziativa: negativa per le casse dello Stato, ma inestimabile per lo sviluppo cittadino. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Il bilancio: quinta nella storia delle esposizioni mondiali e prima in assoluto nel mondo germanofono, l'Esposizione Universale di Vienna sorpassò nettamente le precedenti in termini di spazio espositivo (116.342 m² di superficie espositiva: dodici volte più grande dell'area a Londra nel 1862). Vi parteciparono 35 Stati sovrani con 53.000 espositori. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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La sezione dedicata all'arte comprendeva una cosiddetta Kunsthalle, una sala dell'arte, con ben 7.000 m² di superfici di pareti, su cui erano esposte numerosissime opere, due padiglioni di dimensioni più ridotte (gli unici edifici dell'Esposizione Universale ad essere rimasti intatti) e il Kunsthof, il cortile dell'arte. Vi erano esposte 6.600 opere d'arte realizzate dopo l'Esposizione di Londra del 1862. La maggior parte di esse proveniva dalla Francia. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Anche l'artigianato tradizionale raccolse un gran successo all'Esposizione Universale: produttori come J. & L. Lobmeyr (oggetti in cristallo, tra cui un magnifico lampadario) e Jarosinski & Vaugoin (argenteria) ottennero medaglie molto ambite. Oggi sono ancora i fiori all'occhiello dell'artigianato viennese. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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A Vienna il Giappone si presentò per la prima volta in grande stile al mondo. Il “giapponismo” che ne nacque influenzò arte (soprattutto Gustav Klimt) e artigianato. La soia portata dalla delegazione giapponese dell'Esposizione Universale da Vienna si diffuse in tutto il mondo. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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L'Esposizione Universale di Vienna fu la prima in cui, oltre al Giappone, si presentarono in modo completo al mondo europeo anche il Marocco, l'Egitto, la Tunisia, l'Impero Ottomano e la Persia. Ecco qui uno scorcio della sezione dedicata a Cina e Persia. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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L’altissima società presente all'evento: l'imperatore Francesco Giuseppe visitò l'esposizione 48 volte; ben 33 principi regnanti furono ospiti dell'Expo, tra di essi lo zar di Russia, l'imperatore tedesco, il re d'Italia e – una vera sensazione – il 3 agosto 1873 Nāsir al-Dīn, scià di Persia. In quell'occasione si suonò la “Marcia persiana” (II) di Johann Strauss, che valse al compositore l'Ordine del Sole Persiano. Va però detto che lo scià e il suo seguito di 60 persone danneggiarono gravemente il Palazzo di Laxenburg, dove alloggiavano, tanto da rendere necessaria una ristrutturazione. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Tra i prodotti esposti dalla Gran Bretagna c'erano ardesia, carbone, minerali e tende di carta. L'attrazione maggiore erano però i gioielli di Georgina Dudley, mondana dama vittoriana, il cui valore era stimato intorno alle 25.000 sterline. Il loro furto, mai chiarito, avvenuto alla stazione di Paddington il 12 dicembre 1874, passò alla storia. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Le autorità marittime di Trieste presentarono un impianto luminoso formato da un faro, un telegrafo ottico e una sirena da nebbia. Quest'ultima segnalava tutte le sere con tre suoni roboanti e prolungati che si era giunti alla chiusura della giornata espositiva, spaventando così i visitatori che in quel momento si trovavano sulla terrazza del faro, e infastidendo i partecipanti ai concerti nella sezione della musica. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Il giorno dell'apertura dell'Esposizione Universale, dalla stazione telegrafica di Vienna furono inviati 10.567 telegrammi, il più lungo dei quali era composto da 4.555 parole. Anche alla mostra stessa erano esposti dei telegrafi. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Era impossibile avere una visione d'insieme di tutto ciò che era esposto in un solo giorno: ci sarebbero voluti quaranta giorni per vedere tutte le mostre. In un manuale il bollettino dell'Esposizione Internazionale consigliava ai visitatori un approccio sistematico e suggeriva di utilizzare un taccuino e di non voler esagerare: “Chi vuole vedere molto non vede nulla”. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Johann Strauss figlio era riuscito a ottenere l'esclusiva per i concerti all'interno dell'area dell'Expo con la sua Weltausstellungskapelle, l’ensemble di musicisti creato per l’occasione. L'acustica della Rotunde non era ottima, inoltre nella sezione dedicata alla musica, eretta frettolosamente, i concerti raccoglievano un successo moderato, poiché a protezione dalle intemperie c’era solamente una tettoia per l’orchestra e niente per il pubblico, i prezzi dei biglietti erano elevati e Strauss non dirigeva quasi mai. I malumori furono però placati dai concerti di Strauss all’esterno dell’area espositiva. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Gli amanti della cucina, grazie alla varietà dell'offerta gastronomica (in foto la birreria Dreher), avrebbero potuto intraprendere un viaggio culinario intorno al mondo, ma i prezzi eccessivi, le porzioni alquanto ridotte e la scarsa qualità furono oggetto di numerose critiche. L'attore János Szika per esempio si lamentò giustamente del fatto che nel ristorante inglese gli fosse stato servito un pollo che “non si immaginava più che qualcuno avrebbe voluto mangiarlo ed era quindi tranquillamente andato in decomposizione”. A quel punto "gettò la cosa a terra”. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Un esercizio gastronomico singolare era il Wigwam. La formula scelta da Boehm & Wiehl, gestore di New York, funzionò alla perfezione, e fecero furore soprattutto i cocktail, che a Vienna erano ancora quasi sconosciuti (Sherry Cobbler, Mint Julep, Catawba Cobbler, etc.), e che si sorseggiavano con le cannucce, anche questa un'usanza nuova per i viennesi. Fu al Wigwam che Marie Valerie, l'arciduchessa di cinque anni, volle che le si cantasse e danzasse la canzone “Yankee Doodle”. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Una curiosità erano le 500 carrozzine realizzate dall'azienda Fischer & Meyer, che garantivano la mobilità nell'area espositiva; si poteva noleggiarle a pagamento “spinte da eleganti conducenti in livrea". Anche la corte fece produrre queste carrozzine per uso proprio. Nell’immagine: una foto stereoscopica dell'epoca (l'illusione di tridimensionalità è data dall'utilizzo di uno stereoscopio). | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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All'inizio del luglio 1873 la Società austriaca delle ferrovie di montagna inaugurò una funicolare per salire sulla collina Leopoldsberg, ai confini di Vienna, anch’essa un oggetto espositivo. Circa ogni dieci minuti due carrozze, ciascuna delle quali trasportava 100 persone, salivano e scendevano dalla collina, superando un dislivello di 242 metri. Il viaggio durava circa cinque minuti. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Si sperava in un afflusso anche di 20 milioni di visitatori, fino a 30.000 al giorno. Per tal motivo si realizzarono numerosi hotel, tra cui l'elegante Hotel Imperial (originariamente un palazzo eretto per il duca Filippo di Württemberg) che esiste ancora oggi. Questo era l'unico hotel dei territori della monarchia a cui si permise di utilizzare la denominazione “K.u.k. Hofhotel”, hotel di corte imperial-regio. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Il 24 ottobre 1873 avvenne l'inaugurazione del primo acquedotto di acqua di sorgente di Vienna, che ancora oggi convoglia fresca acqua potabile lungo una tratta di 95 chilometri, dalle Alpi direttamente a Vienna. Il suo simbolo, che si vede da lontano, è la fontana Hochstrahlbrunnen, inaugurata solennemente dall'imperatore Francesco Giuseppe. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Il lavoro della giuria implicava una notevole responsabilità ed era anche estenuante. Si trattava infatti di valutare circa 30.000 bottiglie di vino e 60.000 liquori e brandy. Tra i 25.572 premi si annoverano 8.687 medaglie al merito, 2.929 medaglie al progresso, 2.162 medaglie ai dipendenti, 977 medaglie all'arte, 310 medaglie al buon gusto, 10.066 diplomi di riconoscimento e 441 diplomi onorari. La solenne cerimonia di premiazione ebbe luogo il 18 agosto 1873, il giorno del compleanno dell'imperatore. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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La cosiddetta “Rotunde”, la rotonda eretta al centro del palazzo dell’industria, che aveva un diametro di ben 108 metri, era nel 1873 la più grande costruzione a cupola del mondo: l'“ottava meraviglia del mondo”, due volte più grande della Basilica di San Pietro a Roma! I viennesi tuttavia inizialmente la chiamavano con disprezzo “ammasso di latta”, “Guglhupf” (dal nome del noto dolce austriaco) o “campana per formaggio”, e criticavano inoltre il fatto che ci piovesse dentro. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Ben 4 metri per 4 tonnellate: sono queste le misure della corona imperiale in cima alla Rotunde. Il tetto poggiava su 32 colonne di ferro e la costruzione in ferro pesava ben 4000 tonnellate. L'edificio aveva una capienza di 27.000 visitatori. E inoltre, quando pioveva, i visitatori si bagnavano, poiché il tetto faceva acqua. Un soggetto molto apprezzato dai caricaturisti. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Potevano ammirare il panorama su Vienna dal tetto della Rotunde esattamente 206.270 persone. Erano stati qui sistemati dei grandi cannocchiali. Chi pagava il biglietto per l’entrata all’edificio poteva anche utilizzare le scale per salire sul tetto e, in un secondo momento, l'ascensore idraulico inserito all'interno di una colonna di ferro. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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L'imperatore tedesco Guglielmo sul tetto della Rotunde. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Demolirla sarebbe costato molto, così per un periodo la Rotunde divenne il secondo simbolo di Vienna dopo il Duomo di Santo Stefano, finché non andò distrutta a causa di un incendio nel 1937. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Fallimenti, malasorte e contrattempi: i viennesi avevano organizzato con entusiasmo la più grande Esposizione Universale di tutti i tempi, ma il crollo della Borsa, l'epidemia di colera, i lunghi periodi di maltempo e gli elevati prezzi dei biglietti d'ingresso ne compromisero il successo (assistere alla cerimonia di apertura costava 25 fiorini: una famiglia operaia di quattro persone con questa cifra viveva per tre settimane). | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Il bilancio: invece dei 20 milioni di visitatori previsti, tra il 1° maggio e il 2 novembre 1873 affluirono all'esposizione solo 7,3 milioni di persone. Costi totali: 19.123.270 fiorini e 80 kreuzer; entrate: 4.256.349 fiorini e 55,5 kreuzer. Valutazione finale dell’iniziativa: negativa per le casse dello Stato, ma inestimabile per lo sviluppo cittadino. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Il bilancio: quinta nella storia delle esposizioni mondiali e prima in assoluto nel mondo germanofono, l'Esposizione Universale di Vienna sorpassò nettamente le precedenti in termini di spazio espositivo (116.342 m² di superficie espositiva: dodici volte più grande dell'area a Londra nel 1862). Vi parteciparono 35 Stati sovrani con 53.000 espositori. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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La sezione dedicata all'arte comprendeva una cosiddetta Kunsthalle, una sala dell'arte, con ben 7.000 m² di superfici di pareti, su cui erano esposte numerosissime opere, due padiglioni di dimensioni più ridotte (gli unici edifici dell'Esposizione Universale ad essere rimasti intatti) e il Kunsthof, il cortile dell'arte. Vi erano esposte 6.600 opere d'arte realizzate dopo l'Esposizione di Londra del 1862. La maggior parte di esse proveniva dalla Francia. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Anche l'artigianato tradizionale raccolse un gran successo all'Esposizione Universale: produttori come J. & L. Lobmeyr (oggetti in cristallo, tra cui un magnifico lampadario) e Jarosinski & Vaugoin (argenteria) ottennero medaglie molto ambite. Oggi sono ancora i fiori all'occhiello dell'artigianato viennese. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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A Vienna il Giappone si presentò per la prima volta in grande stile al mondo. Il “giapponismo” che ne nacque influenzò arte (soprattutto Gustav Klimt) e artigianato. La soia portata dalla delegazione giapponese dell'Esposizione Universale da Vienna si diffuse in tutto il mondo. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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L'Esposizione Universale di Vienna fu la prima in cui, oltre al Giappone, si presentarono in modo completo al mondo europeo anche il Marocco, l'Egitto, la Tunisia, l'Impero Ottomano e la Persia. Ecco qui uno scorcio della sezione dedicata a Cina e Persia. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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L’altissima società presente all'evento: l'imperatore Francesco Giuseppe visitò l'esposizione 48 volte; ben 33 principi regnanti furono ospiti dell'Expo, tra di essi lo zar di Russia, l'imperatore tedesco, il re d'Italia e – una vera sensazione – il 3 agosto 1873 Nāsir al-Dīn, scià di Persia. In quell'occasione si suonò la “Marcia persiana” (II) di Johann Strauss, che valse al compositore l'Ordine del Sole Persiano. Va però detto che lo scià e il suo seguito di 60 persone danneggiarono gravemente il Palazzo di Laxenburg, dove alloggiavano, tanto da rendere necessaria una ristrutturazione. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Tra i prodotti esposti dalla Gran Bretagna c'erano ardesia, carbone, minerali e tende di carta. L'attrazione maggiore erano però i gioielli di Georgina Dudley, mondana dama vittoriana, il cui valore era stimato intorno alle 25.000 sterline. Il loro furto, mai chiarito, avvenuto alla stazione di Paddington il 12 dicembre 1874, passò alla storia. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Le autorità marittime di Trieste presentarono un impianto luminoso formato da un faro, un telegrafo ottico e una sirena da nebbia. Quest'ultima segnalava tutte le sere con tre suoni roboanti e prolungati che si era giunti alla chiusura della giornata espositiva, spaventando così i visitatori che in quel momento si trovavano sulla terrazza del faro, e infastidendo i partecipanti ai concerti nella sezione della musica. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Il giorno dell'apertura dell'Esposizione Universale, dalla stazione telegrafica di Vienna furono inviati 10.567 telegrammi, il più lungo dei quali era composto da 4.555 parole. Anche alla mostra stessa erano esposti dei telegrafi. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Era impossibile avere una visione d'insieme di tutto ciò che era esposto in un solo giorno: ci sarebbero voluti quaranta giorni per vedere tutte le mostre. In un manuale il bollettino dell'Esposizione Internazionale consigliava ai visitatori un approccio sistematico e suggeriva di utilizzare un taccuino e di non voler esagerare: “Chi vuole vedere molto non vede nulla”. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Johann Strauss figlio era riuscito a ottenere l'esclusiva per i concerti all'interno dell'area dell'Expo con la sua Weltausstellungskapelle, l’ensemble di musicisti creato per l’occasione. L'acustica della Rotunde non era ottima, inoltre nella sezione dedicata alla musica, eretta frettolosamente, i concerti raccoglievano un successo moderato, poiché a protezione dalle intemperie c’era solamente una tettoia per l’orchestra e niente per il pubblico, i prezzi dei biglietti erano elevati e Strauss non dirigeva quasi mai. I malumori furono però placati dai concerti di Strauss all’esterno dell’area espositiva. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Gli amanti della cucina, grazie alla varietà dell'offerta gastronomica (in foto la birreria Dreher), avrebbero potuto intraprendere un viaggio culinario intorno al mondo, ma i prezzi eccessivi, le porzioni alquanto ridotte e la scarsa qualità furono oggetto di numerose critiche. L'attore János Szika per esempio si lamentò giustamente del fatto che nel ristorante inglese gli fosse stato servito un pollo che “non si immaginava più che qualcuno avrebbe voluto mangiarlo ed era quindi tranquillamente andato in decomposizione”. A quel punto "gettò la cosa a terra”. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Un esercizio gastronomico singolare era il Wigwam. La formula scelta da Boehm & Wiehl, gestore di New York, funzionò alla perfezione, e fecero furore soprattutto i cocktail, che a Vienna erano ancora quasi sconosciuti (Sherry Cobbler, Mint Julep, Catawba Cobbler, etc.), e che si sorseggiavano con le cannucce, anche questa un'usanza nuova per i viennesi. Fu al Wigwam che Marie Valerie, l'arciduchessa di cinque anni, volle che le si cantasse e danzasse la canzone “Yankee Doodle”. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Una curiosità erano le 500 carrozzine realizzate dall'azienda Fischer & Meyer, che garantivano la mobilità nell'area espositiva; si poteva noleggiarle a pagamento “spinte da eleganti conducenti in livrea". Anche la corte fece produrre queste carrozzine per uso proprio. Nell’immagine: una foto stereoscopica dell'epoca (l'illusione di tridimensionalità è data dall'utilizzo di uno stereoscopio). | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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All'inizio del luglio 1873 la Società austriaca delle ferrovie di montagna inaugurò una funicolare per salire sulla collina Leopoldsberg, ai confini di Vienna, anch’essa un oggetto espositivo. Circa ogni dieci minuti due carrozze, ciascuna delle quali trasportava 100 persone, salivano e scendevano dalla collina, superando un dislivello di 242 metri. Il viaggio durava circa cinque minuti. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Si sperava in un afflusso anche di 20 milioni di visitatori, fino a 30.000 al giorno. Per tal motivo si realizzarono numerosi hotel, tra cui l'elegante Hotel Imperial (originariamente un palazzo eretto per il duca Filippo di Württemberg) che esiste ancora oggi. Questo era l'unico hotel dei territori della monarchia a cui si permise di utilizzare la denominazione “K.u.k. Hofhotel”, hotel di corte imperial-regio. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Il 24 ottobre 1873 avvenne l'inaugurazione del primo acquedotto di acqua di sorgente di Vienna, che ancora oggi convoglia fresca acqua potabile lungo una tratta di 95 chilometri, dalle Alpi direttamente a Vienna. Il suo simbolo, che si vede da lontano, è la fontana Hochstrahlbrunnen, inaugurata solennemente dall'imperatore Francesco Giuseppe. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Il lavoro della giuria implicava una notevole responsabilità ed era anche estenuante. Si trattava infatti di valutare circa 30.000 bottiglie di vino e 60.000 liquori e brandy. Tra i 25.572 premi si annoverano 8.687 medaglie al merito, 2.929 medaglie al progresso, 2.162 medaglie ai dipendenti, 977 medaglie all'arte, 310 medaglie al buon gusto, 10.066 diplomi di riconoscimento e 441 diplomi onorari. La solenne cerimonia di premiazione ebbe luogo il 18 agosto 1873, il giorno del compleanno dell'imperatore. | Wien Museum: Esposizione Universale 1873
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Ulteriori informazioni sull'Esposizione Universale di Vienna 2023 (informazioni d'attualità, rassegne…):
Fonti:
Contact
Ente per il Turismo di Vienna
Isabella Rauter
tel. (+ 43 1) 211 14-301
isabella.rauter@vienna.info